Come certamente tutti sapranno, dall’8 maggio 2025 la Chiesa cattolica ha un nuovo Papa, eletto dopo un conclave di soli due giorni, che ha assunto il nome di Leone XIV, riallacciandosi così alla tradizione del papato di Leone XIII, il Papa della “Rerum novarum”.
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Il richiamo a Leone XIII e la scelta di un nome simbolico
Proprio Papa Leone XIII, alla fine dell’ottocento, grazie alla enciclica appena richiamata aprì la strada della Chiesa non solo alla conciliazione con lo sviluppo economico dell’epoca moderna ma anche all’essere protagonista, con la elaborazione nel tempo della dottrina sociale della Chiesa, alla conciliazione tra modernità e tradizione cattolica fino a dar vita alla ben nota, e a lungo dominante, dottrina sociale della Chiesa come risposta al conflitto sociale esasperato invece dalla tradizione marxista che proprio su quel conflitto, antevisto da Marx e dalla scuola tedesca a lui ricollegata, aveva basato le aspettative rivoluzionarie che, anche attraverso Lenin, sovvertirono in pochi anni prima l’impero zarista e poi la tradizione imperiale russa e la Russia stessa su questa tradizione fondata.
Proprio il ruolo centrale svolto da Papa Leone XIII tra il 1878, anno della sua elezione al soglio pontificio, e il 1903, anno della sua morte, è alla base dell’effetto certamente forte che la scelta da parte di Papa Prevost del nome di Leone XIV ha suscitato in larga parte dell’opinione pubblica più culturalmente preparata a capire i molti problemi che la scelta del nome porta con sé.
Il Papa americano tra modernità urbana e missione pastorale
Non vi è dubbio, infatti, che tale nome indichi una dichiarata scelta di Papa Prevost, primo Papa nato in territorio USA e più specificamente nella modernissima Chicago (non a caso prima città americana a sviluppare la tecnica costruttiva dei grattacieli come case di abitazione, anticipando così anche New York su questa strada) di porsi alla guida di un forte processo di evoluzione e sviluppo della Chiesa. Processo di evoluzione connesso, come fu per Leone XIII, all’evoluzione e allo sviluppo della società in cui la Chiesa vive.
Per qualche ora dopo l’annuncio dell’elezione del nuovo Papa l’interrogativo sul significato di questa scelta ha segnato i commenti e i dibattiti che si sono immediatamente sviluppati, anche se il Papa stesso, sia con la sua biografia che con le prime frasi pronunciate dalla Loggia di San Pietro, con le quali aveva ricordato anche la sua esperienza personale e pastorale, legata anche agli anni trascorsi in Perù in un ruolo missionario proprio dei frati agostiniani in America del Sud, aveva fatto chiaramente intendere di voler essere non solo un costruttore di Pace ma anche un costruttore di ponti fra le diverse e così variegate realtà del mondo contemporaneo.
Intelligenza artificiale e società digitale nel cuore del pontificato
Quello che più conta però è che lo stesso Leone XIV, nel suo primo discorso rivolto, come è tradizione, al Collegio dei Cardinali ha voluto chiarire in modo esplicito, e solo a poche ore di distanza dall’elezione, le ragioni della sua scelta.
Ha detto infatti, secondo quanto riportano anche le stesse fonti vaticane, che fra i motivi della scelta del nome vi è stata, da parte del primo Pontefice Usa, dotato anche di una laurea in matematica oltre a quella in teologia, la consapevolezza del ruolo e del peso che ha, e sempre di più avrà, nel mondo contemporaneo l’intelligenza artificiale.
Una attenzione specificamente legata al ruolo dell’IA nella società digitale che va molto oltre all’etica e gli stucchevoli richiami alla necessità di mettere al centro della IA l’uomo e l’antropocentrismo per salvaguardarne le caratteristiche e il ruolo nel creato.
Leone XIV ha infatti esplicitamente legato i problemi che l’IA e la sua evoluzione pongono e sempre più porranno agli uomini e alle donne di oggi e domani, allo sviluppo, lucidamente delineato, della società digitale che sta segnando in modo molto forte il passaggio della umanità fra un prima e un dopo, fra il mondo di ieri e quello di oggi e di domani.
La sfida della tecnologia come nuova dottrina sociale
Posto in questo quadro è chiarissimo quanto ha voluto dire il nuovo Papa, quando ha detto che come il suo predecessore Leone XIII aveva dovuto guidare la Chiesa nell’affrontare i profondi mutamenti sociali ed economici portati dalla prima rivoluzione industriale, guidando la Chiesa ad affermare la necessità di rispettare la dignità del lavoro e la giustizia sociale, così lui, scegliendo di chiamarsi Leone XIV, ha voluto caricarsi esplicitamente del compito che grava sul suo Papato per il momento storico in cui si svolge: quello cioè di guidare la Chiesa cattolica ad affrontare la sfida dell’innovazione tecnologica.
La continuità con Papa Francesco sul ruolo dell’IA
Quanto al richiamo specifico all’Intelligenza Artificiale è evidente il riferimento anche al messaggio di Papa Francesco per la 57° giornata mondiale della Pace che Francesco intitolò volutamente “Intelligenza artificiale e Pace”.
Si tratta di un documento di estremo spessore che contiene anche questo passo di estrema importanza: “Giustamente ci rallegriamo e siamo riconoscenti per le straordinarie conquiste della scienza e della tecnologia, grazie alle quali si è posto rimedio a innumerevoli mali che affliggevano la vita umana e causavano grandi sofferenze. Allo stesso tempo, i progressi tecnico-scientifici, rendendo possibile l’esercizio di un controllo finora inedito della realtà, stanno mettendo nelle mani dell’uomo una vasta gamma di possibilità, alcune delle quali rappresentano un rischio per la sopravvivenza e un pericolo per la casa comune”.
E continuava poi quel documento di Francesco: “I notevoli progressi delle nuove tecnologie dell’informazione, specialmente nella sfera del digitale, presentano dunque entusiasmanti opportunità e gravi rischi, con serie implicazioni per il perseguimento della giustizia e dell’armonia tra i popoli. È pertanto necessario porsi alcune domande urgenti. Quali saranno le conseguenze, a medio e lungo termine, delle nuove tecnologie digitali? E quale impatto avranno sulla vita degli individui e della società, sulla stabilità internazionale e sulla pace?”.
Libertà, informazione e responsabilità nel mondo digitale
Sono frasi di Francesco ma è chiaro che con la scelta stessa del nome, che si richiama ai grandi cambiamenti di questa epoca, sono frasi anche di Leone XIV ed è alla luce di queste riflessioni, a cavallo tra due Papi, che si comprende anche la esortazione fatta da Leone XIV ai giornalisti nell’incontro con i rappresentanti della stampa di tutto il mondo tenutosi nella Sala Nervi il 12 maggio, a pochi giorni di distanza dalla sua elezione.
In quell’incontro, infatti, il Papa ha detto che la Chiesa è, e sempre sarà, accanto ai giornalisti che intendono il proprio compito come quello di offrire sempre una informazione chiara e completa agli uomini e alle donne del loro tempo affinché, sapendo la verità ognuno possa decidere liberamente dove e con chi schierarsi e, soprattutto, come “abitare il tempo” in cui ciascuno vive, decidendo liberamente come e con chi schierarsi e per cosa impegnarsi.
Il compito dei giornalisti in una società complessa come quella digitale è per Leone XIV così importante che Egli ha detto con grande forza all’inizio stesso del suo discorso che la Chiesa è sempre con i giornalisti che comunicano la verità come loro la conoscono fino a stare sempre e comunque anche con quelli che sono incarcerati a motivo della loro opera di informazione proprio perché questa opera, se ben orientata e adeguatamente informata, è fondamentale in una società complessa come quella digitale, nella quale nessuno da solo ha i mezzi sufficienti a sapere e capire tutto per poter liberamente decidere come vivere il proprio tempo e dunque come essere uomo e donna davvero liberi nel mondo digitale.
La Chiesa nella società digitale come sistema di relazioni
Si potrebbe andare avanti a lungo ma è bene per ora fermarsi a queste poche considerazioni, tutte fondate sulle affermazioni di Francesco prima e di Leone ora.
Quello che è certo, e che deve essere ben chiaro a chi si occupa di società digitale come fanno certamente i lettori di agendadigitale.eu, è che grazie al nuovo Pontefice e alla Chiesa cattolica che nel 2022 contava, secondo l’Annuario pontificio, 1,3 miliardi di fedeli (pari al 17,7 della popolazione mondiale che comprendeva nel 2022 7.838.944.000 uomini e donne) la realtà digitale del mondo contemporaneo sarà sempre più al centro delle relazioni sociali e delle riflessioni su di esse, sviluppando quindi anche attività crescenti di regolazione e di disciplina.
È in questo quadro che Leone XIV e la Chiesa cattolica opereranno sempre di più. Trascinando inevitabilmente la comunità mondiale verso nuovi orizzonti di regolazione e di civiltà.
Dunque il tempo della digitalizzazione come disciplina di studio basata essenzialmente sui dati è destinata a evolversi rapidamente nella visione della digitalizzazione come sistema globale di relazioni fra persone e sistemi produttivi basati sulla circolazione e lo scambio dei dati, con tutti i problemi che questo comporta rispetto alla veridicità dei dati e alla tutela della loro circolazione e per diffondere non solo la Intelligenza Artificiale come gruppo di tecnologie ma la società digitale come l’ambiente nella quale uomini e donne vivono ed entrano in relazione tra di loro, decidendo coi loro comportamenti e col loro schierarsi che mondo voglio costruire giorno per giorno.
Il ruolo etico e informativo nella transizione digitale
La Chiesa di Leone XIV ha già fatto la sua scelta, che è quella di essere accanto agli uomini e alle donne per aiutarli ad essere liberi e a scegliere liberamente in che mondo vogliono e vorranno vivere.
In questo quadro è evidente l’enorme responsabilità di tutte le discipline che concorrono a costruire la società digitale, dalle tecnologie di IA alla regolazione europea destinata a diventare sempre più mondiale fino alla sociologia e all’etica. Un’etica che, ci ha detto Francesco e ci ripeterà sempre più spesso Leone XIV, è all’inizio e alla fine di ogni scelta degli uomini nella società digitale. Scelte che saranno utilmente orientate se saranno libere e informate, basate cioè su una consapevolezza tecnologica che consente di sapere e di decidere dove e come schierarsi, e da una informazione profonda e che aiuti gli uomini e le donne a sapere, capire e scegliere.
Di qui il ruolo enorme dell’informazione che ci ha detto Leone XIV nel suo incontro con la stampa di tutto il mondo; di qui l’importanza che hanno tutte le discipline tecnologiche, etiche, morali che presiedono alla società digitale.
Lunga vita dunque ad agendadigitale.eu e lunga vita a chiunque abbia il coraggio di portare con libertà e responsabilità il suo contributo al grande lavoro da compiere e che anche la Chiesa di Leone XIV indica alle donne e agli uomini che vivono in questa enorme transizione.