La tessera sanitaria cioè il documento che i cittadini italiani usano per accedere alle prestazioni del Servizio sanitario nazionale, è uno strumento prezioso anche da utilizzare all’estero: sul suo retro si trova infatti la Team – Tessera europea assicurazione malattia. Se si affronta un viaggio fuori dai confini nazionali, che sia per vacanza, lavoro o trasferimento, è importante informarsi su come accedere correttamente a eventuali cure e ricordarsi di portare la tessera sanitaria che ora si può custodire anche nell’IT wallet. Ma cosa succede se ci si ammala in un Paese straniero e chi paga il conto in caso di ricovero urgente o di prestazione sanitaria? Ecco tutte le informazioni necessarie.
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Tessera sanitaria all’estero: cosa devono sapere i cittadini italiani
Quando un cittadino italiano decide di viaggiare o trasferirsi all’estero, è fondamentale essere informati sulle condizioni di accesso all’assistenza sanitaria nei diversi Paesi. Le regole variano sensibilmente a seconda della destinazione, ed è quindi importante conoscere i propri diritti e doveri in materia, così da evitare spiacevoli sorprese durante la permanenza fuori dai confini nazionali. Il Ministero della Salute così come il sito istituzionale sulla tessera sanitaria fornisce una serie di indicazioni precise su questo tema, utili sia per i viaggiatori occasionali sia per chi ha deciso di stabilirsi oltreconfine.
Tessera sanitaria, in che Paesi si usa
Per chi viaggia in Europa o in alcuni Paesi extra-UE, esiste una tutela specifica. I cittadini italiani che si recano temporaneamente in uno dei Paesi membri dell’Unione Europea, oppure in Svizzera, Norvegia, Islanda e Liechtenstein, possono infatti accedere all’assistenza sanitaria direttamente, senza dover anticipare i costi delle prestazioni, purché in possesso della Tessera Europea di Assicurazione Malattia (Team).
Che cos’è la TEAM – Tessera europea di assicurazione malattia
La Team consente di ricevere cure mediche necessarie durante il soggiorno, secondo la legislazione del Paese ospitante e alle stesse condizioni previste per i residenti.
Questo diritto è esteso anche ai cittadini italiani che si recano in Stati con cui l’Italia ha sottoscritto specifiche convenzioni bilaterali in materia di sanità. In tali casi, oltre alla Team, è possibile che sia richiesta documentazione aggiuntiva in base agli accordi in vigore con ciascuna nazione. È quindi consigliabile informarsi preventivamente sulla normativa del Paese di destinazione consultando fonti ufficiali, come il portale del Ministero della Salute.
Viaggi nei Paesi senza accordi: la polizza sanitaria è essenziale
Diverso è il discorso per chi sceglie di spostarsi verso Paesi con cui non sono stati stipulati accordi in ambito sanitario. In queste situazioni, l’assistenza sanitaria non è garantita dal Servizio Sanitario Nazionale italiano e, di conseguenza, le eventuali cure ricevute all’estero devono essere interamente a carico del cittadino.
Per questo motivo, il Ministero della Salute raccomanda fortemente di stipulare una polizza assicurativa sanitaria prima della partenza. La sottoscrizione di un’assicurazione privata consente di affrontare con maggiore serenità eventuali imprevisti sanitari, evitando costi potenzialmente elevati per visite, ricoveri o interventi. Ogni polizza può offrire livelli diversi di copertura: è pertanto opportuno confrontare le offerte disponibili, leggendo attentamente le condizioni contrattuali prima dell’acquisto.
Come usare la tessera sanitaria all’estero
Per utilizzare la Team all’estero, è sufficiente presentarla fisicamente al momento del bisogno presso una struttura sanitaria pubblica o convenzionata del Paese in cui ci si trova. Può trattarsi di un pronto soccorso, di un ambulatorio, di un medico di base o di una farmacia convenzionata, a seconda della prestazione richiesta.
Cosa succede se si perde o viene rubata la tessera sanitaria all’estero
In caso di perdita o di furto all’estero, è possibile richiedere un duplicato della tessera sanitaria online, secondo le modalità previste.
Come usare la Team per le prestazioni sanitarie all’estero
La Team deve essere mostrata prima di ricevere la prestazione, esattamente come farebbe un cittadino locale con il proprio documento sanitario. Non è necessario alcun modulo aggiuntivo: la tessera è valida da sola, purché il trattamento avvenga all’interno del sistema sanitario pubblico o convenzionato.
Cure mediche all’estero: chi anticipa i costi e quando vengono rimborsati
- Se la struttura riconosce la TEAM, il cittadino italiano non deve anticipare alcuna spesa, salvo eventuali ticket o costi minimi previsti anche per i cittadini del luogo.
- Se per qualsiasi motivo la TEAM non viene accettata, oppure si accede a una struttura non convenzionata, il cittadino deve pagare di tasca propria le spese mediche.
In questo secondo caso, al rientro in Italia è possibile chiedere il rimborso alla propria ASL di appartenenza, presentando:
- le fatture originali pagate,
- la documentazione clinica,
- eventuali certificazioni che dimostrino la natura dell’urgenza e il tipo di struttura.
Il rimborso sarà concesso solo se le cure ricevute sono equivalenti a quelle garantite dal Servizio Sanitario Nazionale italiano e solo se la struttura estera era pubblica o convenzionata.
Lavoratori italiani all’estero: possibilità di rimborso con la tessera sanitaria
Un’attenzione particolare è riservata ai cittadini italiani titolari di un contratto di lavoro regolato dal diritto italiano, che si trovano in servizio all’estero. In questi casi, è prevista la possibilità di ottenere il rimborso delle spese sanitarie sostenute, secondo precise modalità stabilite dalla normativa vigente.
Per sapere se si rientra tra le categorie ammesse e conoscere nel dettaglio la procedura da seguire, è necessario consultare il sito del Ministero della Salute, dove sono disponibili informazioni aggiornate e specifiche istruzioni per l’invio della documentazione necessaria. È importante tenere a disposizione tutte le ricevute, le fatture e i certificati medici utili a giustificare la richiesta di rimborso.
Cure di altissima specializzazione all’estero: quando paga il SSN
In determinate situazioni, è possibile accedere a prestazioni sanitarie di altissima specializzazione all’estero, con copertura economica da parte del Servizio Sanitario Nazionale italiano. Si tratta di casi eccezionali, ammessi solo quando le cure richieste non possono essere effettuate in Italia in tempi compatibili con le condizioni cliniche del paziente, oppure quando non sono disponibili in forma adeguata.
Per usufruire di questa opportunità, è obbligatoria una preventiva autorizzazione da parte della ASL di appartenenza. La richiesta deve essere motivata da una documentazione clinica appropriata, che attesti l’impossibilità di ricevere il trattamento necessario sul territorio nazionale. Tutte le informazioni relative a criteri di ammissibilità, tempi e modalità di autorizzazione sono consultabili sul portale istituzionale del Ministero della Salute.
Tessera sanitaria e cittadini AIRE in Italia
Un altro aspetto rilevante riguarda i cittadini italiani stabilmente residenti all’estero e regolarmente iscritti all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (AIRE). Quando queste persone rientrano temporaneamente in Italia, devono generalmente sostenere il costo delle prestazioni sanitarie, comprese quelle urgenti, secondo le tariffe regionali in vigore.
Tuttavia, è prevista un’importante eccezione a favore di alcune categorie di cittadini AIRE. Coloro che sono titolari di una pensione erogata da enti previdenziali italiani o che risultano emigrati italiani nati nel nostro Paese, possono ricevere gratuitamente prestazioni ospedaliere urgenti, per un massimo di 90 giorni per ogni anno solare, purché non dispongano di alcuna copertura assicurativa sanitaria, pubblica o privata.
Per accedere a questo beneficio, è necessario compilare e sottoscrivere una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, in cui si attesta il proprio stato di emigrato, specificando dati come luogo e data di nascita in Italia, residenza all’estero e cittadinanza italiana, oltre a dichiarare l’assenza di una copertura sanitaria. Questo adempimento è richiesto per attivare la gratuità delle cure ospedaliere urgenti presso le strutture pubbliche italiane.
Trasferimento all’estero senza accordi: l’assistenza sanitaria si perde
Infine, è fondamentale sottolineare che i cittadini italiani che trasferiscono la residenza in uno Stato con cui l’Italia non ha stipulato alcuna convenzione sanitaria perdono il diritto all’assistenza sanitaria a carico del Servizio Sanitario Nazionale. In tali casi, non è più possibile accedere alle prestazioni gratuite o rimborsabili offerte dal SSN.
Sarà quindi responsabilità del cittadino provvedere autonomamente alla propria copertura sanitaria, secondo quanto previsto dalla normativa vigente nel Paese di destinazione. È essenziale, prima del trasferimento, informarsi su come funziona il sistema sanitario locale e valutare l’eventualità di stipulare una polizza sanitaria su misura con un’assicurazione privata.