Il negato supporto all’intelligence ucraina da parte di Trump si ripercuote anche sulla difesa del Global Positioning System, più comunemente conosciuto con il suo acronimo GPS. Dai Paesi europei alla Cina, si cercano alternative per maggiore autonomia e sicurezza dei sistemi.
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Le vulnerabilità strategiche del GPS
Da quando lo scorso marzo il presidente americano Donald Trump ha negato il supporto all’intelligence ucraina, anche per gli Alleati degli USA ci sono state ripercussioni sull’accesso alle risorse spaziali statunitensi e sulla difesa di sistemi cruciali come il GPS, Global Positioning System.
Il GPS è il sistema di navigazione sviluppato dal Dipartimento della Difesa americano, aperto all’uso civile nel 2000 grazie all’allora presidente Bill Clinton e ormai diventato il servizio gratuito utilizzato a livello globale in tutti i settori, trasporto aereo, spedizioni, autotrasporti e finanza. Viene da sé che un sistema così largamente utilizzato, se interrotto, provocherebbe ingenti danni su scala mondiale, basti pensare che la sola economia britannica risentirebbe, per 24 ore di interruzione del servizio, di circa 1,4 miliardi di sterline, circa 1,9 miliardi di dollari, secondo quanto stimato da un rapporto del 2023.
Nonostante gli ingenti investimenti fatti nel tempo sul GPS, resta ancora un sistema vulnerabile, che può essere disturbato su larga scala, attraverso il blocco del segnale, o può subire l’immissione di informazioni false, il cosiddetto spoofing, nelle zone di guerra, Ucraina e Medio Oriente per esempio. Queste interruzioni, come sottolineato da Kevin Pollpeter, responsabile della ricerca presso il think tank China Aerospace Studies Institute, stanno diventando sempre più frequenti e lo diventeranno in futuro, in quanto Russia e Cina investono in tecnologie in grado di disturbare il GPS su vasta scala.
La risposta della Cina: BeiDou e eLoran per l’autonomia
Come alternativa al GPS, la Cina ha prodotto BeiDou, con 56 satelliti a disposizione, il doppio rispetto a quelli del GPS, e 120 stazioni di terra a supporto che comandano la costellazione (11 sono quelle del GPS). Inoltre, a differenza del GPS, che si basa solo su satelliti in orbita terrestre media, quelli di BeiDou sono su tre livelli orbitali, pertanto, la copertura è più ampia e stabile.
La Cina, oltre alla rete satellitare, ha anche costruito circa 300 sistemi di backup a terra, reti in fibra ottica per trasmettere informazioni precise sulla tempistica e un sistema eLoran, un’alternativa a terra alla navigazione satellitare. Grazie a questi strumenti, se c’è perdita del segnale satellitare, non c’è interruzione dei servizi satellitari di navigazione e, in più, le trasmissioni del sistema eLoran sono più potenti e difficili da disturbare in confronto a quelle dei segnali satellitari, più deboli e più facilmente disturbabili una volta raggiunta la Terra.
È evidente che, quindi, la risposta cinese al GPS è imponente e, come sostiene Dana Goward, presidente dell’organizzazione no-profit Resilient Navigation and Timing Foundation, questa resilienza è il suo punto di forza. In caso di conflitto su Taiwan, per esempio, se la Cina volesse disturbare o falsificare i segnali GPS sullo Stretto di Taiwan disabilitando la navigazione per le forze americane e taiwanesi, potrebbe farlo continuando ad avere i propri sistemi inalterati. Questo perché eLoran può essere disturbato solo con segnali molto potenti che porterebbero a loro volta interruzioni ai sistemi americani, come afferma Sean Gorman, fondatore di Zephr, un’azienda che si occupa di resilienza della navigazione.
Tra l’altro, bisogna sottolineare anche che BeiDou è stato progettato per essere compatibile con il GPS, grazie a un accordo di interoperabilità firmato nel 2017, per cui la Cina riesce senza difficoltà ad imitare i suoi segnali e, quindi, a falsificarli.
GPS: modernizzazione fallita e ricerca di alternative globali
Le vulnerabilità del GPS hanno portato nel tempo ad aggiornamenti del sistema e modernizzazioni che per ora non hanno raggiunto l’obiettivo di rafforzarne la potenza e la sicurezza, tant’è che gli sforzi per sostituire la tecnologia anni ’90 hanno solo favorito miglioramenti modesti nella precisione, ma non hanno apportato quel passo in avanti rispetto ai nuovi sistemi come il cinese BeiDou e l’europeo Galileo.
Russia e Cina stanno sviluppando dispositivi antisatellite e altri dispositivi spaziali in grado di distruggere o interferire con i satelliti occidentali e gli stessi Stati Uniti stanno pensando ad alternative al GPS, considerando anche che, come riportato da un report del 2024 del Government Accountability Office, un organo di controllo del Congresso, gli USA sono riusciti ad implementare il codice M, un segnale militare resistente ai disturbi, in oltre 20 anni e nonostante ciò, non è ancora pienamente operativo.
Iniziative nazionali per ridurre la dipendenza dal gps
Anche altri Paesi si stanno muovendo in maniera autonoma per sviluppare un proprio sistema di navigazione. La Gran Bretagna, a seguito della Brexit, che le ha ridotto gli accessi a Galileo, ha tentato di lanciare un proprio “gps”, ma è tornata presto sui suoi passi per i costi proibitivi e attualmente sta realizzando un sistema di riserva più economico utilizzando orologi atomici, cavi in fibra ottica e trasmettitori eLoran e sta testando sensori quantistici. Anche Corea del Sud e Giappone si sono scontrati con i costi elevati che prevede lo sviluppo di un proprio sistema di navigazione, pertanto, si stanno affidando al GPS, BeiDou, Galileo e Glonass, il sistema russo. In particolare, il cinese BeiDou sta avendo una diffusione esponenziale, dato che in Cina viene incorporato nelle infrastrutture come le reti telefoniche, le reti elettriche, i porti e le ferrovie costruite nell’ambito della Belt and Road Initiative cinese, e paesi come Pakistan e Arabia Saudita lo stanno adottando al posto del GPS.
La Cina, in questo modo, ha in mano “un interruttore on-off per i Paesi che dipendono da essa” e “uno strumento potente per la coercizione politica e economica”
Galileo: la risposta europea al predominio del GPS
Il sistema di navigazione satellitare europeo Galileo è stato sviluppato negli anni ’90 nei Paesi Bassi ad ESTEC, base tecnologica dell’ESA, la European Space Agency, a Noordwijk. Attualmente si tratta di una delle infrastrutture più complesse mai realizzate in Europa e la più grande costellazione satellitare europea e segmento di terra.
Come riportato da ESA stessa, diversi sono i punti di forza del sistema Galileo. Innanzitutto, è il sistema di navigazione satellitare più accurato al mondo e il suo servizio di alta precisione, l’High Accuracy Service, garantisce una posizione su scala decimetrica. Inoltre, Galileo è capace di assistere gli utenti nelle operazioni di salvataggio e salvare, così, vite umane: infatti, si attiva automaticamente nella maggior parte dei paesi europei a seguito della chiamata al 112 da un telefono cellulare, riuscendo a fornire alle forze dell’ordine la localizzazione delle persone coinvolte in incidenti, e capta il segnale dei trasmettitori di emergenza di aerei e navi e trasmette allarme e posizione esatta ai centri di soccorso nazionali.
Altra caratteristica di Galileo da segnalare è che funziona con il proprio tempo, il Galileo System Time, GST, “mantenuto da un insieme di orologi atomici ultra-precisi, accurati sulla scala dei nanosecondi (un miliardesimo di secondo), presso il Galileo Precise Timing Facility al Fucino, in Italia, e a Oberpfaffenhofen, in Germania”.
ESA e industria europea stanno lavorando alla seconda generazione di Galileo, ancora più precisa e robusta, compatibile ai sistemi attuali e altri sistemi di navigazione satellitare.