La musica generata dall’intelligenza artificiale sta modificando profondamente gli equilibri del settore musicale. Tra rischi economici, sfide legali e tentativi di frode, cresce la necessità di strumenti di regolamentazione e rilevamento efficaci. Il caso di Deezer offre un primo esempio concreto.
Indice degli argomenti
Impatto economico della musica generata dall’intelligenza artificiale
La costante crescita di brani realizzati con l’AI generativa sulle piattaforme streaming sta allarmando sempre di più il settore.
Come è noto, CISAC, la confederazione internazionale degli autori ha pubblicato uno studio che evidenzia, come sebbene i ricavi dei fornitori di Gen AI siano destinati a crescere drasticamente nei prossimi cinque anni, i creatori rischiano di perdere una quota significativa dei loro ricavi attuali a causa dell’impatto sostitutivo dell’IA sulle opere create dall’uomo.
Il sistema di rilevamento ai di Deezer contro i contenuti artificiali
I creatori di musica e audiovisivi vedranno rispettivamente il 24% e il 21% dei loro ricavi a rischio di perdita entro il 2028. Ciò equivale a una perdita cumulativa di 22 miliardi di euro nel quinquennio (10 miliardi di euro nella musica; 12 miliardi di euro nell’audiovisivo).
Nei giorni scorsi, dopo aver annunciato ad aprile che ogni giorno sulla propria piattaforma vengono caricati 20 brani realizzati con l’AI, Deezer ha presentato un sistema di “tagging” di questi brani.
Lo strumento di rilevamento musicale basato sull’intelligenza artificiale di Deezer definisce uno standard di settore, con la capacità di rilevare musica generata al 100% dall’intelligenza artificiale a partire dai modelli generativi più diffusi, come Suno e Udio, con la possibilità di aggiungere funzionalità di rilevamento praticamente a qualsiasi altro strumento simile, purché vi sia accesso a esempi di dati pertinenti. Non solo, Deezer ha compiuto progressi significativi nella creazione di un sistema con una maggiore generalizzabilità, in grado di rilevare contenuti generati dall’intelligenza artificiale senza un set di dati specifico su cui eseguire l’addestramento.
Streaming fraudolento e contenuti AI: il problema delle royalty
Sebbene la musica generata interamente da IA rappresenti attualmente solo una piccola frazione degli streaming su Deezer – circa lo 0,5% – è evidente che lo scopo principale del caricamento di queste tracce sulle piattaforme di streaming è fraudolento. Deezer ha scoperto che fino al 70% degli streaming generati da tracce generate interamente da IA sono in realtà fraudolenti. Quando rileva manipolazioni di streaming di qualsiasi tipo, Deezer esclude tali streaming dai pagamenti delle royalty.
Misure preventive per proteggere artisti e utenti
Deezer sta attualmente escludendo le tracce generate interamente da IA dalle raccomandazioni algoritmiche ed editoriali, al fine di ridurre al minimo qualsiasi impatto negativo sulla remunerazione degli artisti e sull’esperienza utente.
La strada intrapresa da Deezer è sicuramente rilevante e tutti i DSP dovrebbero attivarsi per monitorare il fenomeno che rischia di inquinare in modo significativo l’offerta musicale online, oltre a introdurre meccanismi di frode.
Caso Michael Smith e il ruolo dell’AI nelle frodi da streaming
Non va dimenticato a tal proposito il caso emerso negli Stati Uniti dove, secondo le accuse del Procuratore distrettuale di New York, che ha arrestato un cittadino americano, Michael Smith, una frode con manipolazione dello streaming avrebbe fruttato oltre dieci milioni di dollari in royalties ha rilanciato l’allarme anche per l’impiego di tecnologie di AI generativa.
Michael Smith avrebbe realizzato centinaia di migliaia di canzoni con intelligenza artificiale, e utilizzato funzioni automatiche per riprodurre ripetutamente la musica in streaming e generare così royalties illecite. Lo schema messo a punto dall’imputato ha giocato sull’integrità dell’industria musicale con un tentativo concertato di aggirare le politiche delle piattaforme di streaming.
Violazione del copyright nei modelli di addestramento AI
I casi promossi dalle major discografiche contro Udio e Suno negli USA hanno evidenziato l’enorme utilizzo di repertori protetti per l’addestramento delle piattaforme il cui output sono poi in realtà brani artificiali che competono con il legittimo mercato pur essendo il risultato di contenuti originali protetti.
Il dibattito europeo su copyright e intelligenza artificiale al Medimex di Taranto
Del tema si è anche parlato al recente Medimex di Taranto, con riferimenti al regolamento EU sull’intelligenza artificiale e la relazione con la legislazione europea sul copyright, il codice di condotta in fase di elaborazione a Bruxelles e la proposta di legge sull’AI italiana.
Ciò che emerge è sicuramente una doppia faccia della tecnologia che da un lato, come già avvenuto in passato, aprirà a nuove opportunità per il settore, dall’altro deve essere assolutamente regolamentata in modo da consentire all’intera filiera di beneficiare dell’innovazione.
La posizione delle major sulle licenze con le piattaforme AI
In occasione di un altro appuntamento internazionale con gli investitori, nei giorni scorsi, il CEO di Sony Music, Rob Stringer ha confermato come “presto saremo in grado di raggiungere accordi di licenze con le piattaforme di AI”.
“Siamo entusiasti di questa iniziativa e abbiamo collaborato attivamente con oltre 800 aziende nella creazione di prodotti etici, nella protezione e nel rilevamento dei contenuti, nel miglioramento dei metadati, nell’ottimizzazione e nella traduzione audio, tra le tante altre strategie condivise”, ha detto Stringer “L’intelligenza artificiale sarà uno strumento potente per creare nuova musica entusiasmante, innovativa e futuristica”.
Ha tuttavia ricordato anche le attuali criticità: “Tuttavia, credo che ciò su cui si basa l’intelligenza artificiale, ovvero modelli di apprendimento e modelli di addestramento basati su contenuti esistenti, implichi che coloro che hanno aperto la strada a questa tecnologia debbano essere trattati equamente in termini di ricompensa per l’utilizzo nel modello di addestramento”.