La migrazione a Linux nella scuola italiana potrebbe rappresentare una risposta concreta alla fine del supporto per Windows 10. In un momento di transizione tecnologica, valutare soluzioni alternative diventa cruciale per sostenibilità economica e autonomia educativa.
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La fine del supporto a Windows 10 e i limiti di Windows 11
La data del 14 ottobre 2025 segnerà la fine del supporto a Windows 10 e per milioni di utenti italiani che possiedono computer privi dei requisiti minimi di sistema, tutto ciò significherà la fine degli aggiornamenti di sicurezza e delle patch contro le nuove vulnerabilità: di fatto, un sistema operativo “abbandonato”.
La fine del supporto si estenderà di riflesso anche ad alcuni programmi sviluppati per Windows 10, come ha osservato Claudio Augusto in un recente articolo:
“A convincere ulteriormente vi è anche la notizia che il supporto per le app di Microsoft 365 su Windows 10 terminerà il 14 ottobre 2025, quando Windows 10 raggiungerà la fine del supporto e sebbene queste applicazioni continueranno a funzionare, non saranno più affidabili.
Analogo discorso per il supporto per le versioni di Office senza abbonamento Office 2024 e Office 2021 (incluse le versioni di Office LTSC) che continueranno a funzionare in Windows 10, ma non saranno più supportate”.
Quali PC non “reggono” Windows 11
I computer su cui sarà possibile installare Windows 11 devono disporre di caratteristiche piuttosto impegnative:
- CPU: Intel 8ª generazione o successiva (Core i3-8xxx, i5-8xxx, Serie Xeon W…), AMD Ryzen 2000+ o equivalenti Qualcomm Snapdragon, tutte architetture x64.
- RAM: minimo 4 GB (ma consigliati 8 GB).
- Archiviazione: almeno 64 GB su disco interno con partizione GPT, UEFI e Secure Boot abilitati.
- TPM 2.0: modulo di sicurezza Trusted Platform Module obbligatorio.
- GPU: compatibile DirectX 12/WDDM 2.0.
Tutto ciò taglia fuori le macchine con processori Intel pre-2017 (Core di 6ª e 7ª generazione, Pentium/Celeron ante-2018) o AMD Ryzen 1000, FX e precedenti, componenti privi di firmware UEFI o senza TPM 2.0 e tutti quei notebook ultraportatili e tablet con 2–3 GB di RAM o HDD con meno di 64 GB.
Secondo le ultime stime, in Italia circolano circa 20 milioni di PC Windows (8 M desktop, 12 M laptop) e questo implica, in base all’età media dell’hardware, un 40% di PC desktop e un 50% di notebook incompatibili che spannometricamente cubano tra i tre e i sei milioni di unità virtualmente destinate alla discarica.
L’obsolescenza dell’hardware comporta un costo rilevante e se consideriamo un valore residuale che oscilla tra i 50 euro di un PC molto vecchio e gli 800 euro di un PC di tutto rispetto ma incompatibile con Windows 11, possiamo stimare una perdita di valore che potrebbe assestarsi non sotto i 2 miliardi di euro, alla quale dobbiamo anche aggiungere l’impatto – difficile da valutare – dovuto all’aggiornamento di software e periferiche non compatibili con il nuovo sistema operativo.
L’impatto dell’addio a Windows 10 sulle scuole italiane
Se consideriamo le circa 40.000 scuole italiane e ipotizziamo ottimisticamente che il 30% degli istituti utilizzi PC non sia compatibile con Windows 11 è chiaro che il comparto scuola si troverà ad affrontare un processo di acquisto importante e un impegno di smaltimento assai problematico.
Il problema inoltre riguarderà anche i dispositivi che professori e studenti possiedono a titolo personale ma che utilizzano correntemente per lo svolgimento delle attività scolastiche.
Il pensionamento di Windows 10 costringerà quindi scuole, insegnanti e studenti a sostituire l’hardware o a restare esposti a rischi crescenti: per le scuole è una sfida economica, organizzativa e didattica, mentre per gli studenti rappresenta un ostacolo al loro percorso di alfabetizzazione digitale. Il problema vero è che questo tipo di disagi si riproporrà quando, alla fine del supporto per Windows 11, l’hardware oggi utilizzabile potrebbe quasi sicuramente non essere compatibile con il prossimo Windows.
In teoria il 14 ottobre non dovrebbe costituire l’ultimo appello, perché Microsoft ha avviato il servizio a pagamento “Windows 10 Extended Security Updates” che consente di ricevere aggiornamenti di sicurezza critici anche dopo la fine del supporto ufficiale di Windows 10. Resta tuttavia il fatto che si tratta di un servizio a pagamento e che non potrà costituire una soluzione definitiva, ma al massimo un escamotage per spostare il problema un po’ più in là.
Una soluzione di natura “sistemica” potrebbe invece essere il passaggio a un sistema operativo compatibile con l’architettura hardware esistente, ma basato su software libero. Naturalmente stiamo parlando di un sistema operativo GNU-Linux.
Le migliori distribuzioni Linux dedicate al mondo della scuola
La famosa profezia “questo sarà l’anno di Linux su desktop” è ormai diventata nella cultura geek più disillusa e autoironica una sorta di battuta spietata che ironizza su quella che si è rivelata spesso più una speranza disattesa che una reale analisi predittiva.
In effetti la comunità del software libero ha spesso sottovalutato non tanto il potente effetto esercitato dal marketing del software proprietario, ma quello che a tutti gli effetti costituisce l’asset principale di ogni azienda: la pigrizia degli utenti.
La formula magica della vendita ricorrente è infatti quella di rendere sempre più alta la marginalità e la dipendenza del cliente, ma mai in modo così molesto da costringerlo ad “alzarsi dal proprio divano”. La fine del supporto a Windows 10 e le ricadute derivanti dall’abbandono delle macchine non compatibili con Windows 11 potrebbe forse essere quella spinta che gli utenti non avrebbero voluto ricevere per uscire dalla propria zona comoda ed esplorare “quanto è profonda la tana del pinguino” e quanto l’offerta basata su sistemi GNU-Linux sia estesa, soprattutto nel mondo della scuola.
È in questo settore infatti che Linux offre probabilmente la più ampia offerta software disponibile: si tratta molto di più che non una semplice alternativa ai sistemi proprietari, ma un vero e proprio bouquet gratuito, modulare, sicuro e praticamente infinito. Dalle aule ai laboratori, esistono progetti pensati per ogni esigenza: interfacce semplici per i più piccoli, strumenti di gestione in rete per i tecnici IT, piattaforme collaborative per insegnanti e studenti.
DoudouLinux
Esistono infatti distribuzioni orientate ai bambini in età prescolare (tra cui la famosissima DoudouLinux) che puntano su interfacce colorate, controlli parentali e software educativo preinstallato, mentre in altri casi abbiamo a che fare con sistemi destinati a studenti più grandi e agli insegnanti che presentano un bouquet applicativo di qualità elevatissima e quasi sempre basato su software libero.
Edubuntu
Tra le distribuzioni orientate al segmento educativo la più famosa è sicuramente Edubuntu, versione ufficiale di Ubuntu dedicata alle scuole, che include pacchetti per matematica, scienze e programmazione.
Endless OS, Kano OS e la AcademiX GNU/Linux
Endless OS, basato su Debian, invece è pensato per le scuole con connettività limitata, grazie all’adozione di centinaia di app preinstallate che possono funzionare offline; inoltre è opportuno ricordare Kano OS, una distribuzione ottimizzata per Raspberry Pi e pensata per l’hardware didattico e la gestione delle attività di coding, robotica e didattica STEAM dai 6 ai 14 anni. Infine la AcademiX GNU/Linux, basata su Debian, include laboratori virtuali, microscopio digitale e strumenti per creare ebook e dispense a scuola.
Zorin OS
Una delle distribuzioni più interessanti è infine Zorin OS, basata su Ubuntu (con tutti i vantaggi derivanti dalla semplicità d’uso e tutte le criticità che i puristi GNU-Linux rilevano a proposito della “distribuzione dell’abbraccio”), che nella versione Education include software per aiutare a imparare e soprattutto a insegnare le materie curricolari come matematica, scienze, geografia, lingue e musica.
Tutte queste distribuzioni sono state più o meno “localizzate” in lingua italiana, ma l’attività di localizzazione spesso consiste in una traduzione ben fatta e nell’inclusione di applicazioni educative già tradotte.
Ufficio Zero Linux OS, versione Edu: una proposta italiana per la scuola
La migrazione da Windows a Linux è quindi sempre più semplice, ma uno dei problemi più grandi è costituito non tanto dall’utilizzo generalista, quanto dalla possibilità per il professionista di poter utilizzare tutto quell’ecosistema di applicazioni necessarie per svolgere il proprio lavoro.
Ogni nazione infatti presenta dei processi specifici (identità digitale, firma digitale, fatturazione elettronica, e altre tipologie di software di interfaccia con la pubblica amministrazione o necessari per perfezionare contratti) che rendono complicato passare a un sistema non Windows.
Proprio per venire incontro a questo tipo di difficoltà è nato il progetto Ufficio Zero Linux OS, un’iniziativa tutta italiana per realizzare una distribuzione fatta su misura per chi deve utilizzare il computer in un contesto di continua interfaccia con i processi burocratici.
Già da qualche anno, Ufficio Zero Linux OS ha messo a disposizione di professionisti, avvocati, commercialisti, una “distribuzione derivata”, localizzata appositamente per l’utente italiano, ma, proprio in queste settimane, lo staff di Ufficio Zero Linux OS ha sviluppato una versione “Edu” pensata espressamente per il mondo della scuola. Una provvidenziale coincidenza, in vista della fine del supporto ufficiale a Windows 10 e con un Windows 11 che si preannuncia fortemente selettivo per l’hardware delle scuole, degli insegnanti e degli studenti.
Facendo tesoro della tradizione “Education” che molte distribuzioni Linux hanno sviluppato nel tempo e integrandola con l’esperienza specifica nella messa a disposizione di sistemi chiavi in mano per i professionisti italiani, la versione Edu di Ufficio Zero Linux OS cerca di essere un catalizzatore per la grande migrazione da Windows a Linux nel settore educativo italiano.
Strumenti specifici per gli studenti e per il personale della scuola italiana
Una delle caratteristiche più interessanti della versione Edu di Ufficio Zero Linux è la capacità di contestualizzare alla realtà italiana l’offerta applicativa di Linux, che per la sua quasi incredibile varietà può addirittura avere un effetto disorientante.
Questo si può apprezzare già nel momento in cui apriamo i sistemi di installazione del software aggiuntivo, laddove la scelta del software viene accompagnata non solo in base alla tipologia, ma anche al livello curricolare, con una aggregazione dei programmi in base al ciclo scolastico di riferimento, dalla scuola primaria all’università.

Figura 1: Il pacchetto di installazione EduInstall è basato sui cicli scolastici della scuola italiana
L’altra caratteristica che rende pressoché unica questa distribuzione è il criterio con cui sono stati messi a disposizione gli strumenti per i docenti. Si va dalle applicazioni per il registro elettronico, con il software per la gestione digitale dei registri scolastici, a quelle per il monitoraggio e il controllo delle aule informatiche e in genere delle postazioni di lavoro in ambienti di formazione, come Veyon; ma sono presenti anche software per la creazione automatica di orari scolastici complessi sottoposti a vincoli e preferenze, come FET Free Timetabling Software, o software per la gestione di progetti, con funzionalità per la creazione di diagrammi di Gantt e la pianificazione delle attività, come GanttProject.
Grazie a questa contestualizzazione, la transizione di una scuola non richiede investimenti proibitivi, e anzi consente, come abbiamo visto, di recuperare e rimettere in circolo risorse già presenti nelle aule informatiche. Già oggi alcuni istituti come Il Galileo Galilei di Verona, di cui già avevamo parlato per essere la prima scuola ad avere aperto un’istanza Mastodon, hanno confermato la volontà di far partire progetti pilota, mentre altri istituti si stanno formando grazie alla community che ruota intorno a Ufficio Zero Linux.
Attualmente infatti Boost Media APS cui fa capo il progetto Ufficio Zero Linux OS insieme all’azienda SIITE SRLS stanno valutando l’inserimento di altri istituti in uno specifico programma chiamato “Scuole Pilota“. Chi volesse installare la ISO di questa distribuzione, potrà comunque farlo collegandosi al repository di Sourceforge e potrà trovare un supporto interessante presso il Forum della community.
La migrazione come scelta culturale e educativa
I milioni di dispositivi che verranno rottamati non perché inutilizzabili, ma perché incompatibili con Windows 11, potrebbero infatti trovare una seconda giovinezza con l’installazione di un sistema che prevede una bassa curva di apprendimento insieme a una dotazione applicativa completa per la scuola. L’ambiente di lavoro è stato progettato per essere familiare per chi proviene da Windows, ma, porta con sé l’idea di scuola accessibile, etica e centrata sull’educazione, non sul profitto e sull’obsolescenza programmata.
La scelta GNU/Linux infatti consente di riappropriarsi del controllo dei propri strumenti tecnologici, semplificando la concretizzazione di quella sovranità tecnologica senza la quale non sarà possibile né affrancarsi dai ricatti delle Big Tech, né trasformare i nostri ragazzi in vere e proprie risorse per il miglioramento della società civile invece che in risorse per il miglioramento dei bilanci delle società monopoliste della tecnologia: utilizzatori consapevoli dei sistemi informatici e non utenti utilizzati dalle applicazioni altrui.
L’adozione di sistemi basati su software libero consentirà di non far pagare a insegnanti e studenti alcun pedaggio alla voracità delle grandi software house statunitensi in termini di dati personali: nessun tracciamento, nessuna licenza da rinnovare, nessuna carta di credito da lasciar in garanzia, nessuna sorpresa.
La trasparenza e la sicurezza offerte da Linux permettono a docenti e studenti di esplorare un mondo digitale senza timori, promuovendo una cultura della privacy e della condivisione responsabile delle informazioni. Solo software libero, sicuro, trasparente. Insegnare ai ragazzi che esistono alternative da scegliere con consapevolezza è infatti il primo passo per farli diventare cittadini digitali responsabili.
Questo nuovo paradigma prepara i giovani ad affrontare il futuro con competenze digitali solide e una mentalità di indipendenza tecnologica, essenziale in un mondo in rapido cambiamento.
Non ci sono quindi più alibi per chi vuole intraprendere la migrazione da Windows a GNU-Linux, già semplice e vantaggiosa nel settore educativo e oggi ancora più ricca di supporto per gli utenti della scuola italiana; ma ovviamente è importante ricordare l’opportunità di mettere in opera alcune strategie che rendano più agevole la gestione del cambiamento.
Il primo passo è quello di operare un assessment iniziale, basato sull’inventario PC, degli apparati di rete e delle competenze del personale e degli attuali fornitori.
Sarebbe poi utile programmare un percorso di formazione dei docenti con dei workshop sulla gestione pacchetti, backup e recovery, anche avvalendosi dell’assistenza che nasce dal confronto con la community: forum, mailing list e progetti locali di supporto costituiscono il principale canale di informazione non strutturato per chi si avvicina al mondo Linux. La gestione del cambiamento infine potrà essere resa graduale, con l’alternanza di sistemi Windows e Linux resa possibile dal dual-boot.
Attraverso i giusti accorgimenti, scuole, insegnanti e studenti possono abbracciare un ecosistema sicuro, economico e flessibile, che li aiuterà a costruire competenze digitali solide e a farsi trovare pronti di fronte agli scenari tecnologici futuri.
Scenari futuri per una scuola libera, consapevole e digitale
Più che installare un semplice sistema operativo, passare a Linux è soprattutto un modo per aprirsi al cambiamento che, per molti utenti, è diventato addirittura un manifesto di libertà tecnologica; se farlo a livello personale costituisce comunque un modo per crescere ed emanciparsi ma con ricadute sostanzialmente irrilevanti sulla società, una migrazione collettiva rappresenterebbe una scossa culturale: ecco perché la sua adozione nelle scuole significa dare voce a una nuova generazione che impari a conoscere la ricchezza del software libero e il sorprendente livello di creatività e autonomia che possono offrire a chi se ne avvantaggia.
Non solo una scelta tecnica, ma un passo fondamentale verso un futuro educativo più inclusivo, consapevole e sostenibile. Se la rivoluzione è iniziata, sarà fondamentale gestirne il cambiamento dalle aule scolastiche.