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IA 2025: potenziare il futuro con tecnologia e umanità



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 Questo articolo, scritto con il supporto dell’IA, esplora i principali trend dell’intelligenza artificiale nel 2025, evidenziando il delicato equilibrio tra innovazione tecnologica e prospettive umane, per un futuro più connesso e intelligente

Pubblicato il 28 gen 2025

Fabio Moioli

Spencer Stuart Milan



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Mentre ci avviciniamo al 2025, l’intelligenza artificiale non sta semplicemente avanzando, ma si sta evolvendo in modi che trasformeranno radicalmente il nostro modo di vivere e lavorare. Oltre i titoli di giornale e le previsioni più diffuse, ci sono sviluppi che passeranno forse inosservati ma avranno un impatto notevole.

IA: i tre trend trasformativi da tenere d’occhio

Ecco tre trend dell’IA davvero trasformativi, che forse non state ancora tenendo d’occhio.

L’ascesa di agenti autonomi e di reasoning con l’IA come strategia centrale delle organizzazioni

Entro il 2025, gran parte degli esperti e degli studi prevede l’emergere rapido di agenti autonomi —sistemi di IA intelligenti, capaci di ragionare e svolgere compiti che vanno dal fissare riunioni al prendere decisioni di acquisto complesse con un intervento umano minimo o nullo. Grazie ai progressi negli algoritmi di reasoning step-by-step (come O1 e il neorilasciato O3) e ai miglioramenti nella comprensione del linguaggio naturale, questi agenti gestiranno le attività di routine con tale fluidità da risultare comuni quanto oggi lo sono le e-mail o gli smartphone.

  • Oltre i chatbot: mentre gli attuali chatbot gestiscono essenzialmente le richieste di customer service, la prossima generazione di agenti IA sarà molto più potente. Gestirà proattivamente la vostra agenda, negozierà al vostro posto, co-creerà gran parte dei contenuti che producete e si occuperà di smistare la posta elettronica, liberando tempo prezioso per compiti che richiedono l’intuizione umana a un livello superiore.
  • Applicazioni aziendali: secondo Reuters, le grandi aziende stanno già sperimentando l’utilizzo di agenti IA per automatizzare processi che vanno dalle negoziazioni nella catena di approvvigionamento ai processi amministrativi interni. Entro il 2025, ci si aspetta che questi programmi pilota vengano estesi a tutta l’azienda, riducendo i costi operativi e velocizzando le decisioni.
  • Implicazioni di business: gli agenti autonomi promettono un cambiamento radicale nella dinamica della forza lavoro. Scompaiono i compiti ripetitivi, liberando i dipendenti per concentrarsi su attività di tipo creativo e strategico. Tuttavia, la ridefinizione dei ruoli umani pone sfide in termini di governance, supervisione e responsabilità nel caso in cui tali agenti prendano decisioni errate.

Entro la fine del 2025, gli agenti autonomi saranno parte integrante di almeno il 50% delle grandi imprese, occupandosi di compiti amministrativi che attualmente assorbono una quantità significativa del tempo dei professionisti. Come segnala Reuters, la prossima fase di adozione dell’IA si concentrerà sulla redditività invece che sulla pura crescita. Le aziende si stanno spostando dalla sperimentazione di prototipi IA all’implementazione di strategie che migliorino direttamente i margini, automatizzando processi, riducendo sprechi e raffinando le decisioni con analisi avanzate.

La mia prospettiva su questo trend

Durante il mio periodo in Microsoft, ho colto segnali precoci di come l’IA si stesse allontanando dal suo status di semplice ‘strumento’. Oggi, nelle mie ricerche di leadership esecutiva, osservo che i clienti cercano sempre più leader con una profonda competenza nell’IA—non solo per ruoli come CTO, CIO, CDO o per il nuovo CAIO, ma anche per posizioni di CEO e General Manager, dove la comprensione strategica dell’IA sta diventando indispensabile. Alcune delle ricerche più interessanti su cui sto lavorando riguardano l’IA applicata a ruoli non prettamente tecnologici.
Mi ricorda la mia esperienza nel team Consulting di Microsoft, dove consideravamo l’IA un fattore strategico anziché un semplice strumento per ridurre i costi. Ciò che mi colpisce maggiormente è vedere come alcune organizzazioni siano ancora focalizzate sulle potenzialità dell’IA per incrementare l’efficienza, mentre le aziende ad alte prestazioni la trattano come un ‘co-creatore’, capace di alimentare lo sviluppo di nuovi prodotti e di rafforzare la relazione con i clienti. Mi capita sempre più spesso di parlare di IA anche quando recluto CFO, CHRO, CMO o altri membri del C-level, a dimostrazione di quanto l’IA sia diventata pervasiva in tutte le funzioni di business. In definitiva, il modo in cui l’IA si fa carico dei compiti ripetitivi e libera i leader affinché siano più creativi e strategici è uno dei motivi per cui mi sono unito a Spencer Stuart. Il ritmo del cambiamento è incredibile, e non vedo l’ora di aiutare le organizzazioni a trovare i talenti che plasmeranno questa nuova era di crescita e innovazione.

Calcolo quantistico e IA: risolvere l’irrisolvibile

Il calcolo quantistico è destinato a rivoluzionare l’IA, affrontando problemi al momento ritenuti irrisolvibili in termini computazionali. La sinergia tra computer quantistici e algoritmi di IA sbloccherà nuove frontiere in diversi settori.

Cosa cambia?

  • Scoperte nella scienza dei materiali: l’IA supportata dai computer quantistici sarà in grado di simulare le strutture molecolari a livello atomico, portando alla scoperta di nuovi materiali con proprietà personalizzate per applicazioni specifiche, come superconduttori per la trasmissione di energia senza perdite.
  • Precisione nelle previsioni climatiche: analizzando enormi quantità di dati ambientali, l’IA quantistica darà vita a modelli climatici estremamente accurati, consentendo di prevedere con maggior precisione disastri naturali e di formulare politiche più adeguate per la mitigazione dei cambiamenti climatici.
  • Criptografia e sicurezza avanzate: sebbene il calcolo quantistico costituisca una minaccia per i metodi di crittografia attuali, rappresenta anche la soluzione. L’IA quantistica svilupperà nuove tecniche crittografiche teoricamente inviolabili, garantendo la sicurezza dei dati in un’era di minacce informatiche sempre più complesse.

Applicazioni iniziali del quantistico

  • Rivoluzionare l’agricoltura: l’IA quantistica ottimizzerà i processi agricoli al dettaglio, dalla gestione dei nutrienti nel suolo alla previsione delle malattie delle colture, aumentando significativamente la produzione alimentare globale.
  • Medicina personalizzata su scala quantistica: analizzando il patrimonio genetico individuale e simulando le interazioni farmacologiche a livello quantistico, i trattamenti potranno essere personalizzati con un’accuratezza senza precedenti, riducendo gli effetti collaterali e massimizzando l’efficacia.

La mia prospettiva su questo trend

Sebbene fossi solito parlare spesso di calcolo quantistico durante il mio periodo in Microsoft, mi ha realmente sorpreso vedere i primi incarichi di ricerca executive focalizzati sul quantistico, sia nelle grandi aziende sia nelle startup sostenute da venture capital. Un tempo parlavamo di come la potenza di calcolo non sarebbe più stata il collo di bottiglia, e con la tecnologia quantistica quel giorno sembra arrivare molto prima di quanto ci aspettassimo. Il quantistico si sta già rivelando un punto di svolta per la ricerca guidata dall’IA in settori come la farmaceutica, la finanza e le scienze climatiche, per citarne alcuni. Inoltre, alcune aziende con cui sto parlando si concentrano su componenti hardware inizialmente studiati per l’ambito quantistico, ma con forti implicazioni anche per i data center tradizionali, così come su software ‘quantum-ready’ eseguiti per ora su macchine non quantistiche. In tutti i casi, collocare i leader giusti in aziende quantistiche è oggi estremamente complesso. Questi dirigenti non possono essere solo tecnologi; devono essere strateghi lungimiranti in grado di unificare i team intorno a un nuovo paradigma.

Mi chiedono spesso: ‘Quanto manca prima che l’IA quantistica diventi mainstream?’ La mia risposta è sempre: molto prima di quanto la maggior parte delle persone immagini. I big player stanno investendo pesantemente in questo settore, ed è entusiasmante aiutare a trovare i candidati che daranno forma a questa nuova ondata di innovazione. Questa mia riflessione ammetto è basata sulla mia esperienza personale degli ultimi 12 mesi. Alcune – poche per ora – prime ricerche “executive search” che mi sono state chieste da varie aziende in Europa. Non posso farne i nomi per confidenzialità, ma comunque un netto ed in parte, almeno per me, sorprendente segnale che mi porta a credere quanto sopra.

IA per l’assistenza sanitaria: dalla cura reattiva al benessere proattivo

Il settore sanitario è sull’orlo di una trasformazione in cui l’IA non si limita a curare le malattie, ma le prevede e le previene. Questo passaggio da un approccio reattivo a uno proattivo avrà enormi ripercussioni sulla longevità e sulla qualità della vita.

Cosa cambia?

  • Gemelli digitali per il monitoraggio della salute: il concetto di digital twin —una replica virtuale di un oggetto fisico— viene applicato al corpo umano. L’IA crea un gemello digitale della vostra fisiologia, consentendo un monitoraggio continuo e una simulazione di scenari per la salute.
  • Diagnosi precoce tramite biomarcatori: gli algoritmi di IA identificano biomarcatori molto sottili nelle immagini mediche e nei dati genetici, indicando la fase iniziale di malattie come il cancro o l’Alzheimer, anche con anni di anticipo rispetto alla comparsa dei sintomi.
  • IA e nutrigenomica: piani nutrizionali personalizzati, basati sull’analisi dell’IA di dati genetici, del microbioma e dello stile di vita, ottimizzeranno i risultati di salute individuali, potenzialmente riducendo il rischio di malattie croniche.

Applicazioni inaspettate

  • Compagni IA per la salute mentale: Oltre ai semplici chatbot, si stanno sviluppando compagni IA avanzati in grado di fornire supporto emotivo, monitorare gli indicatori di salute mentale e persino avvisare i professionisti in caso di fattori di rischio gravi.
  • Modelli di previsione di epidemie: l’IA analizzerà i social media, i modelli di spostamento e i dati ambientali per prevedere e prevenire focolai prima che si verifichino, permettendo interventi sanitari tempestivi a livello pubblico.

Entro il 2025, la convergenza di queste innovazioni di IA inizierà davvero a prendere piede, con un numero sempre maggiore di operatori sanitari che integrerà dati in tempo reale dei pazienti (provenienti da sensori indossabili e gemelli digitali) per offrire interventi predittivi e altamente personalizzati. Progetti di genomica su larga scala e ricerche avanzate sui biomarcatori forniranno ai clinici un livello di comprensione delle malattie senza precedenti, consentendo loro di adattare i protocolli di trattamento quasi in tempo reale. Nel frattempo, quadri di governance dell’IA più solidi e trasparenti garantiranno che, man mano che la tecnologia evolve, lo faccia in modo etico ed equo. In definitiva, l’anno a venire promette di segnare l’inizio di una nuova era della sanità, incentrata sull’IA sia per il benessere continuo che per i trattamenti medici.

La mia prospettiva su questo trend

Come headhunter specializzato in tecnologia, sono convinto che l’IA applicata alla sanità diventerà uno dei miei principali ambiti di lavoro nel 2025.

Sto già portando avanti discussioni interessanti con aziende che spingono i confini dell’innovazione medica —da una startup che sfrutta i gemelli digitali basati sull’IA per simulare gli effetti dei farmaci al posto di sperimentazioni umane nelle fasi iniziali, a un’impresa globale che utilizza l’IA per semplificare lo sviluppo farmaceutico.

Mentre le mie ricerche del 2024 si sono concentrate in larga parte su servizi finanziari, retail, utility e industria, mi aspetto un’impennata significativa nel numero di incarichi legati a sanità e farmaceutica nel corso del prossimo anno, dato l’impatto dirompente che l’IA promette di avere sui risultati per i pazienti e sull’evoluzione del settore. Questa è una delle mie scommesse personali per il 2025.


Una nota personale finale sugli effetti a catena da non sottovalutare

I trend sopracitati (insieme a molti altri che non ho incluso in questo articolo) avranno ricadute che vanno ben oltre le loro applicazioni immediate. Tra queste:

  • Ridefinizione della privacy: con l’integrazione sempre più profonda dell’IA nelle nostre vite personali e professionali, il confine tra comodità e invasione della privacy si farà più sottile. La gestione etica dei dati diventerà una questione cruciale.
  • Trasformazione dell’istruzione: le competenze richieste in questa nuova era cambieranno in modo significativo. Le istituzioni scolastiche dovranno ripensare radicalmente i curricula per preparare gli studenti a ruoli potenziati dall’IA che oggi non esistono.
  • Quadri legali ed etici: l’avvento di “colleghi” IA e di decisioni potenziate dal quantistico supererà di gran lunga le leggi e le normative attuali, richiedendo nuovi quadri di riferimento per la responsabilità e le considerazioni etiche.

Le organizzazioni dovranno promuovere una cultura in cui la comprensione dell’IA non sia limitata ai dipartimenti IT. Sarà essenziale diffondere l’alfabetizzazione sull’IA in modo trasversale. Investire nell’Alfabetizzazione sull’IA dovrebbe essere una priorità assoluta per qualsiasi organizzazione nel 2025. Inoltre, le partnership tra aziende, governi e istituzioni educative saranno fondamentali per affrontare le sfide e cogliere le opportunità derivanti da questi avanzamenti dell’IA.

Queste non sono tecnologie lontane e speculative —si tratta di realtà emergenti che presto permeano vari aspetti della nostra vita. Come cambieranno le dinamiche nel vostro luogo di lavoro con l’arrivo di colleghi IA? Quali opportunità o sfide prevedete con l’IA quantistica? Siete pronti ad avere un’IA coinvolta nelle vostre scelte di salute personali?

Il processo che ha portato alla stesura dell’articolo

Piccola chiosa d’obbligo: questo articolo è stato scritto con l’aiuto dell’IA e vorrei provare a spiegare il perché. Scrivere del futuro dell’IA nel 2025 – senza sfruttare l’IA – avrebbe un che di anacronistico. D’altro canto, lasciare che l’IA generi l’intero pezzo avrebbe poco valore, dato che ormai chiunque potrebbe fare lo stesso con facilità.

Ecco perché condivido qui il mio processo, che considero un equilibrio tra la forza bruta fornita dall’IA e una prospettiva umana.

Ricerca approfondita mediante l’IA

Ho iniziato con ricerche sul web guidate dall’IA, analizzando numerosi articoli, analisi di esperti, rapporti di settore e contributi di leadership di pensiero provenienti da fonti autorevoli—Gartner, The Verge, Capgemini e riviste specialistiche sull’IA, tra gli altri. Questo mi ha consentito di sintetizzare le principali intuizioni sui trend emergenti dell’IA per il 2025, attingendo da una vasta gamma di materiali consolidati.

Redazione collaborativa con l’IA

Forte di questi risultati (più alcuni articoli selezionati manualmente), ho utilizzato uno dei più avanzati modelli di linguaggio di OpenAI per il reasoning —OpenAI o1— per selezionare i 10 trend principali, riducendoli poi iterativamente ai tre più fondamentali, utilizzando vari schemi di prompt per mettere in discussione il processo di definizione delle priorità. L’LLM ha inoltre generato la bozza iniziale di questo articolo, fungendo da utile trampolino di lancio.

Tocco umano finale

Infine, grazie alla mia fidata (per quanto un po’ vintage 🙂) tastiera, ho raffinato la bozza generata dall’IA integrando osservazioni personali e concludendo con una nota sugli effetti a catena dell’IA che, a mio avviso, non dovremmo trascurare. Pur avendo apportato modifiche di lieve entità al testo prodotto dall’IA, ho deciso di esplicitare nettamente la mia visione personale su ciascuno di questi trend, distinguendola chiaramente dai contenuti generati dall’IA.

Si noti che, sebbene il ruolo dell’IA nella stesura di questo articolo abbia avuto una prospettiva globale (non ho richiesto alcuna specifica geografica), il mio ruolo in Spencer Stuart si concentra prevalentemente su incarichi nell’area EMEA. Per questo motivo, i miei commenti personali potrebbero essere più pertinenti al contesto europeo che ad altre zone del mondo.

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